Storia

Il MAPP è un museo d'arte contemporanea situato nell'ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano, ideato nel 1993 da Teresa Melorio e Enza Baccei (Fondatrici dell'Associazione ARCA Onlus) e realizzato con la collaborazione del Dipartimento di Salute Mentale dell'Ospedale Niguarda, la direzione artistica di Marco Meneguzzo e l'adesione di alcune note gallerie e istituzioni d'arte milanesi (Studio d'Arte Cannaviello, Accademia di Brera, Fonazione Mazzotta, Gallerie Seno e Toselli).
L'obiettivo del progetto era trasformare l'ospedale psichiatrico in un luogo di incontro dove il "fare arte" fosse un'occasione di scambio di idee e linguaggi tra artisti professionisti e persone con disagio psichico e dove la condivisione di esperienze culturali e artistiche tra i cosiddetti "sani" e "malati" contribuisse concretamente alla cura e alla trasformazione di un luogo che è stato per anni l'emblema dell'incomunicabilità.
Le opere realizzate direttamente sui muri dell'ex manicomio sono espressione del valore intrinseco che racchiude ogni persona anche quando è gravemente malata nel corpo o nella mente; il MAPP testimonia che una vera trasformazione del modo di curare si realizza anche attraverso una specifica qualità estetica dello spazio che esprime la ricchezza di valori simbolici dell'essere umano in tutto il suo spessore.

L'intervento iniziò alla fine del 1993, allestendo le prime Botteghe d'Arte (pittura, musica, teatro, poesia, decoro, design) nell'Ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, invitando docenti dell'Accademia di Brera e artisti professionisti (tra cui Gianni Spadari, Stefano Pizzi, Davide Antolini, Pino Deodato, Enrico baj, Emilio Tadini) a creare insieme con i pazienti e gli operatori del Pini.
Tra la fine del 1994 e il 1995 circa 40 artisti italiani e stranieri, di fama nazionale e internazionale (oltre ai sopracitati, altri come Paolo Canevari, Fernando De Filippi, Riccardo Gusmaroli, Gunter Brus, Martin Disler, Bernd Zimmer) furono invitati a realizzare un'opera al Paolo Pini. Gli artisti lavorarono gratis per giorni, coinvolgendo molti dei 135 pazienti nella realizzazione dei loro lavori.



Il Museo d'Arte Paolo Pini fu inaugurato il 25 maggio 1995. Le opere si trovavano, e si trovano tutt'ora, nel parco, sulle pareti dei padiglioni 1, 5, 7, 9, spazi che l'ex azienda sanitaria locale (USSL 37) aveva messo a disposizione di ARCA, insieme ad altri locali interni.

Nel tempo si è formata una vera e propria collezione, di livello internazionale che accoglie i lavori di oltre 140 artisti, e si arricchisce ogni anno di nuove opere. Il Museo oggi è costituito da una collezione permanente che comprende murales, installazioni e sculture dislocate nel parco del Paolo Pini, all'esterno e all'interno dei padiglioni (oggi gestiti da diversi enti), e da una raccolta di opere realizzate "a quattro mani" da artisti e i frequentatori delle "Botteghe d'Arte".



Il Progetto del MAPP e delle Botteghe d'Arte rappresenta un'esperienza innovativa, in continua evoluzione: nuovi artisti lavoreranno insieme ai frequentatori delle Botteghe, e questo porterà a nuovi modi di esplorare il linguaggio universale dell'arte.

Il MAPP inoltre costituisce la sezione artistica del Museo Regionale della Psichiatria di proprietà dell'Ospedale Niguarda: un contenitore di testimonianze più ampio, che comprende anche una sezione storico clinica del Paolo Pini, costituita dall'Archivio delle Cartelle Cliniche (1944-2002) e dall'Archivio Atelier storico V. Bianchini (1981-2002). Il Museo Regionale della Psichiatria, e così anche il MAPP, è stato riconosciuto nel 2007 da Regione Lombardia come Raccolta museale.
Lo stesso anno il MAPP è stato insignito dal Comune di Milano dell'Attestato di Civica Benemerenza Ambrogino d'Oro con la seguente motivazione:
"L'arte come servizio sociale", è questa la missione del MAPP - Museo d'Arte Paolo Pini. Nato nel 1995, ha recuperato l'area dell'ex Ospedale Psichiatrico, trasformandola in un museo d'arte contemporanea all'aperto dedicato all'arteterapia. Vi si sono succeduti finora 140 artisti di fama internazionale che hanno offerto il proprio contributo per dare vita alla collezione permanente del museo, coinvolgendo in molti casi gli stessi pazienti. Il grande impegno nell'integrazione dei malati nella società attraverso nuove forme di cura, ha fatto di questo museo un luogo eccezionale, dove l'arte crea occasioni di incontro e di lavoro tra le persone e di reintegrazione sociale.