Daniel Sustovich

Nasce a Milano nel 1985.

Mi piace dipingere, non tanto per riprodurre l’ambiente naturale, ma per dare espressione al mondo dell’invisibile, alla percezione umana diretta, vista ed udito, come le emozioni, le sensazioni, i sentimenti, l’anima e l’interiorità umana, nella sua semplicità complessa.
Voglio raffigurare anche il mondo onirico dei sogni e degli incubi, invisibile all’occhio, ma dimostrato come reale dalla fisica quantistica, ovvero il mondo atomico, neutroni, protoni, elettroni, la dinamica e le conseguenze del loro spostamento. L’essere umano, come tutto ciò che popola la terra, esiste perché ci sono dei legami atomici che lo mantengono integro. Se questi legami scomparissero, da un momento all’altro, anche gli oggetti e gli uomini scomparirebbero.
Voglio dare, inoltre, voce ed espressività all’anima umana, che io sento dentro di me, da quando ho ricordo, ovvero dai 4 anni in su. Fondamentalmente per me è soprattutto il senso di giustizia per cui chiudo questa biografia con una citazione che mi è cara:
“Ho amato la giustizia, ho odiato l’iniquità, per questo muoio in esilio”
Ildebrando di Soana, Papa Gregorio VII, Salerno, 1085.
Il mio stile è concettuale e figurativo.
Non ho fatto studi artistici.


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