Clemente Randone

Nasce a Roma nel 1931.

Dipingo con abbandono e libertà, con gratificante fatica.
Prendo dei farmaci da molti anni, che, insieme alla mia personalità esuberante, mi rendono sempre un po’ sovraeccitato, brusco, invadente!
La pittura insieme agli altri, il connubio tra convivialità e creatività, mi stempera, mi rasserena.
Credo che succeda perché per me il collettivo è sempre più interessante e più importante del privato.
E perché la creatività è collegata con la parte migliore di me.
Mi piace definire il mio stile con queste parole: Casuale Antifigurativo!
Non intendo raggiungere uno scopo, non mi sento nemmeno responsabile del risultato: a me quello che faccio sta bene così, e basta.
Sono un bambino di guerra e di macerie, detesto gli sperperi.
Sono sensibile anche all’armonia e all’ordine.
Anzi, più che altro sono afflitto dal bisogno di armonia e condizionato dagli allineamenti.
Quando mi guardo in giro provo fastidio per le cose approssimative, disarmoniche.
Alle Botteghe d'Arte voglio utilizzare i colori avanzati degli altri, e uso anche ogni tipo di oggetto (cartellette, pannolini) non da applicare sull’opera, ma proprio come supporto del quadro, al posto della tela.
Così mi sembra di rimediare allo spreco e al disordine.


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